28 Aprile 2015

Università Bocconi
Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico
Via Roentgen, 1 – Milano

Aula 4.E4.SR03, 4° piano
Ore: 15:00

Partecipano:
Marco Panara, La Repubblica
Emanuela Scarpellini, Università degli studi di Milano
Valentina Fava, Università di Praga
Antonio Villafranca, ISPI

Coordina: Franco Amatori

All’incontro sarà presente Adriana Castagnoli, autrice del volume “La guerra fredda economica. Italia e Stati Uniti 1947-1989”

Adriana Castagnoli, La guerra fredda economica. Italia e Stati Uniti 1947-1989, Roma-Bari, Laterza 2015
La “guerra fredda economica” condotta dagli Stati Uniti, imperniata su sanzioni economiche e controlli dei traffici est-ovest, ma anche di aiuti ad alleati e a paesi terzi, coinvolse direttamente l’Italia orientandone in modo decisivo i flussi degli scambi e contribuendo, anche per questa via, a determinare un modello di sviluppo per tanti aspetti anomalo rispetto ai Paesi più avanzati.
Nello scenario complessivo di tensioni Est­Ovest, l’azione internazionale e le vicende economiche dell’Italia risentirono di un duplice vincolo. Da una parte, la mancanza di autonomia energetica e una rilevante esposizione verso i Paesi produttori di greggio incidevano sulla sua politica estera, che era di partecipazione alla Nato senza una piena rispondenza alle relative responsabilità nei rapporti sia con l’alleato americano sia con i partner del Patto atlantico. Dall’altra, la dipendenza dalle licenze delle corporations americane nei settori tecnologicamente più innovativi condizionava gli orientamenti del sistema economico italiano, col risultato di rafforzare, anche per questa via, la sua specializzazione in settori manifatturieri tradizionali e di ancorarlo all’impiego di tecnologie perlopiù intermedie.
Quanto fosse densa d’incognite, ad avviso di Washington, l’instabilità politico-economica del nostro Paese emerse appieno nelle crisi degli anni Settanta. La dipendenza estera in campo energetico e le peculiari relazioni d’affari con l’Urss portavano i governi di Roma alla ricerca di una difficile «terza via» che, per gli USA, presentava il rischio di allentare i legami e gli impegni dell’Italia nell’ambito dell’Alleanza occidentale.
Dopo gli shock petroliferi e la rivoluzione informatica, negli anni ‘80, la supremazia economica divenne l’obiettivo geostrategico principale di Washington per vincere il confronto con Mosca. In questo nuovo scenario planetario l’Italia non ebbe più un’importanza rilevante.

La terza guerra mondiale e l’economia: la prospettiva italiana

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